mercoledì 4 febbraio 2015 - MDF Como

Appuntamento mensile del circolo comasco del Movimento Decrescita Felice.
Alle 20:00 cena conviviale
Alle 21:00 incontro per programmare le prossime iniziative



martedì 27 gennaio 2015, ore 19:45 - GIORNATA DELLA MEMORIA

La verifica dell'assurdo
In memoria della Shoa

# ore 19:45
Letture a cura di Sàndor Lukàcs e Ignazio Cavaretta

# ore 20:30
Cena tradionale ebraica

# ore 21:00
Proiezione del film TRAIN DE VIE di Radu Mihàileanu

Per informazioni e prenotazioni:
Cooperativa Moltrasina 031-290316
Cena su prenotazione, offerta libera


domenica 25 gennaio 2015 - AsSaggio - Guido Viale

L’altra Europa invita alla prima tappa dell’”AsSaggio”: fare in comune un percorso di autoformazione condiviso. 

La giornata inizia intorno alle 14 con  una passeggiata intorno a Moltrasio, alle 17 è in programma il confronto con Guido Viale sul suo breve saggio Virtù che cambiano il mondo.

Alle 20 si cena tutti insieme alla Moltrasina, in trepidante attesa dei risultati in Grecia!

Il costo della cena è di 20 euro ed è necessario prenotare:
Kissi Scarpina: 335.6850060
Cooperativa moltrasina: 031.290316



venerdì 23 gennaio 2015, ore 19:30 - A qualcuno piace caldo? Circolo di Como del Movimento per la Decrescita Felice


Il 2014 è stato un altro anno record per le temperature globali...
Come sta dunque il CLIMA? 

Ne parliamo con Lorenzo Danieli, meteorologo.
 

Seguirà la proiezione del film : UNA SCOMODA VERITA’ di Davis Guggenheim e con Al Gore. 
Divenuto ormai un classico, affronta il tema dei cambiamenti climatici e mette sotto accusa, da un addetto ai lavori, l’atteggiamento dei Governi che ancora dimostrano di sottovalutare il problema.

APERICENA dalle ore 19.30 (Euro 10,00)
Sarà accompagnato dalle immagini suggestive del pluripremiato documentario: CHASING ICE, di Jeff Orlowsky.

Il fotografo James Balog per il National Geographic , con uno straordinario montaggio di
anni di riprese, dimostra ancora una volta le conseguenze del riscaldamento globale.

 

 Prenotazioni per l'APERICENA presso la Cooperativa: 031-290.316

17 e 18 gennaio 2015 - LA CASSOEULA DI SANT'ANTONIO

Un fine settimana all'insegna della tradizione di Sant'Antonio!
Vi aspettiamo per gustare questo piatto tipico lombardo.
E non mancherà certo il grappino e il salame!

Costo 15 euro

Per info e prenotazioni: Tel. 031-290316

NOTE STORICHE Tratte da: M. Riva, R. Nistri, M. Paolazzi, Per un codice della cucina Lombarda, pubblicazione a cura della Regione Lombardia – direzione genreale Agricoltura, 2001, p. 98.
 
La cassoeula è un tipico piatto invernale che taluni vogliono connettere alla ritualità domestica per la figura di Sant’Antonio abate. I legami antropologici tra il santo eremita e il porco, tra i suoi festeggiamenti (17 gennaio) e la macellazione del maiale sono fuori discussione.
L’inserimento del maiale nella ritualità antoniana si sviluppa nel tardo Medioevo e prende le forme di una giustificazione a posteriori rispetto ad una mitologia (e alla conseguente iconografia) non più decifrabile nelle sue reali connotazioni sacrali. Nella codificazione oggi più diffusa, la cazzoeula può esser fatta risalitre agli inizi del nostro secolo. Le origini di un piatto così complesso sono comunque oscure.
C’è chi si ritiene si sia aggregato, nel corso dei secoli, attorno ad un originario nucleo di verza e cotenne di maiale, tipicamente padano. C’è chi, al contrario, ritiene non sia se non la progressiva semplificazione di un potaggio meridionale, giunto nella regione attraverso la dominazione spagnola, o il ridimensionamento di un piatto della cucina barocca, contenente carne di diversi animali, elaborato dalla gastronomia aristocratica a partire da quella oglia registrata da Bartolomeo Scappi nella sua Opera (1570).
Quasi tutti i ricettari fino al XIX secolo sembrerebbero convalidare questa ultima ipotesi, indicando per la cassoeula ingredienti molto vari e prescrivendo quasi sempre la carne e le interiora di pollo.
Crediamo sia avanzata l’ulteriore ipotesi che la versione povera (verze e cotiche, avvicinabile agli ambiti della ritualità popolare per Sant’Antonio) e quelle più elaborate possano vantare origini separate e che dopo la metà del secolo scorso abbiano messo in comune soltanto il nome, a partire dall’affinità delle tecniche di preparazione e dalla comunanza di alcuni ingredienti.